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L’anno che si chiude. Il commento di Fabio Favoroso sulla Scuola universitaria di Musica

da | Dic 8, 2022 | LEGGI, Formazione

Fabio Favoroso, Membro di Direzione e Vicedirettore della Scuola universitaria di Musica, commenta sulle nostre pagine l’anno che sta per chiudersi, toccando alcune delle traiettorie strategiche di crescita della Scuola e anticipando la sua idea di Scuola universitaria all’interno della “Città della Musica”.

Il 2022 è stato l’anno del ritorno alla “normalità” nelle condizioni di insegnamento e di performance nelle sale da concerto. Qual è stata la risposta di studenti e docenti della Scuola universitaria di Musica?
La pandemia è stata lunga e faticosa per tutti. Tra le nostre priorità vi era l’obiettivo di mantenere una continuità nell’insegnamento, sostenere gli studenti nello studio garantendo loro l’accessibilità alle risorse accademiche senza tralasciare la necessità di supporto finanziario e la disponibilità ad ascoltare le problematiche personali. Il ritorno alla normalità ha significato esserci lasciati alle spalle tutto questo e respirare finalmente un’aria che sa di nuovo e che permette a studenti e docenti di vivere più serenamente il percorso formativo, tornando a esibirsi di fronte al pubblico. Qualcuno lo fa con più slancio, qualcuno più timidamente, perché un’interruzione di oltre due anni non è una cosa da poco, specialmente per i più giovani. In generale, comunque, la percezione è molto buona, c’è tanta voglia di fare e di proiettarsi verso il futuro. Per certi versi questa esperienza ci fa apprezzare ciò che prima davamo per scontato.

Il mantenimento di un elevato livello di benessere e qualità delle relazioni tra gli studenti e tra studenti e docenti è tra gli obiettivi principali della Scuola. Puoi descriverci perché avete deciso di aprire uno sportello di ascolto e aiuto psicologico?
Siamo spesso stati definiti come una Scuola di dimensioni contenute, contraddistinta da una grande vicinanza tra studenti, docenti e corpo amministrativo. È una definizione che ci piace e che ben ci definisce. A questo aggiungo che in Conservatorio, da quando ne ho ricordo, le porte sono sempre state aperte: chiunque ha la possibilità di parlare dei propri problemi che a vario titolo possono rientrare nella sfera della realtà accademica. Laddove però si va oltre questa dimensione, nasce la necessità di integrare il servizio esistente, con la consapevolezza che alcune problematiche più personali e intime debbano essere affrontate da professionisti preparati. Abbiamo quindi deciso di aggiungere a ciò che già esisteva – lo sportello di ascolto SUPSI – ulteriori servizi di orientamento psicologico e di successiva consulenza destinati a studenti, docenti e collaboratori.

La Scuola universitaria promuove anche lo sviluppo delle attività con l’Associazione degli studenti ASSUML. In che modo e su quali attività puntate maggiormente?
C’è una grande fiducia nei confronti dei nostri studenti e in questi anni l’ASSUML non ha mancato di stupirci in senso positivo. Uno degli esempi più recenti è il concerto “Carta Bianca”, realizzato durante la prima edizione di Conservatorio in Festival. Come si intuisce dal titolo, il Conservatorio ha invitato gli studenti a produrre uno spettacolo interamente autogestito. È stato un successo notevole sia nell’ideazione sia nella realizzazione.
Dal nostro punto di vista è importante dare all’Associazione gli strumenti per capire il funzionamento della Scuola e le motivazioni dietro alle scelte operative. Si punta quindi sul coinvolgimento e sulla partecipazione, come per esempio durante i concorsi per l’assunzione di un nuovo docente, un ambito nel quale il punto di vista dello studente è certamente rilevante.

Proprio in questo periodo dell’anno la Scuola avvia la sua campagna iscrizioni per il prossimo anno accademico. Quali sono le attività di punta e che cosa attira maggiormente gli studenti verso Lugano?
Un musicista che decide di perfezionare le proprie competenze strumentali o canore, ha bisogno di farlo con insegnanti che possano portarlo a un livello superiore. La nostra scuola vanta un corpo docenti di prim’ordine e si lavora con grande cura per migliorare ulteriormente questo scenario.
In un panorama internazionale, tuttavia, anche l’aspetto culturale legato al territorio è molto importante. Se guardiamo alle produzioni musicali, il nostro istituto ha offerto e offre una serie di attività significative. Abbiamo sempre creduto nell’importanza di gestire tutti i nostri concerti come un’attività didattica in cui lo studente ha la possibilità di affrontare un certo repertorio lavorando con direttori di fama internazionale, ma con l’obiettivo finale di una performance artistica di eccellente livello qualitativo. Questa è una caratteristica che ci contraddistingue, insieme alla cura dei corsi complementari, delle attività seminariali, dei workshop e delle masterclass; il tutto finalizzato alla professionalizzazione dei nostri studenti.

Recentemente, si è iniziato a parlare del grande progetto della “Città della Musica” di Lugano. Quali sono le prospettive che si aprono per studenti e docenti SUM in questo nuovo contesto?
Il Centro San Carlo ci sta stretto da anni ormai: noi siamo cresciuti e la struttura che ci ospita, paradossalmente, si sta riducendo lasciandoci a corto di spazi. La “Città della Musica” potrebbe essere il progetto più grande di cui il Conservatorio si sia mai occupato e ci sono grande fermento e aspettative riguardo la sua realizzazione.
Una sede definitiva, da condividere con gli attori principali dell’ambito musicale del territorio, apre un grandissimo potenziale per i nostri studenti e per i nostri docenti. In ambito creativo e culturale, le interazioni e le sinergie che potenzialmente potranno nascere saranno molteplici. Il Conservatorio sarà chiamato in prima linea a portare avanti questo progetto. È una sfida che vogliamo cogliere con grande entusiasmo, volontà e desiderio di metterci in gioco per una crescita della nostra Scuola non tanto in termini numerici, ma di portata culturale. Quella che immagino dentro alla Città della Musica è una realtà aperta che saprà portare beneficio non solo alla nostra comunità accademica, ma a tutto il nostro territorio.

SUM

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