Per questa XVII stagione 900presente si mette in viaggio, lasciandosi alle spalle temporaneamente la sua casa d’elezione — l’Auditorio Stelio Molo — immaginando una stagione che, ancora prevalentemente luganese, si possa inserire in altri contesti della città, adeguati al suo mandato. Grande aiuto in questo verrà dal LAC, che ospiterà ben tre dei cinque appuntamenti, rialimentando in maniera sempre più decisiva una collaborazione fruttuosa e di reciproca soddisfazione.
La stagione 2025–2026 si apre nel segno della memoria, approfondita come radice viva capace di generare visioni, linguaggi, esperienze nuove. In un tempo in cui tutto sembra consumarsi nell’istante, 900presente riafferma la necessità di ritornare a ciò che ci ha formati — alla storia, ai luoghi, alle voci — per aprire sentieri che parlino con autorevolezza all’oggi e al domani.
Questa XXVII edizione si distingue per un dato straordinario: ben sette prime esecuzioni assolute saranno proposte nel corso della stagione. Nuove opere di compositori affermati o emergenti che, da prospettive diverse, interpellano la tradizione per rilanciarla con forza nel presente. Da La myriade de couleurs di Paul Glass al grande progetto multimediale La memoria dei suoni di Andrea Molino, passando per le quattro nuove composizioni del ciclo Nuove voci, e la riscrittura a cura di Nadir Vassena di Josquin Desprez, la stagione mette in dialogo generazioni diverse nel segno della creatività come atto di memoria attiva.
Al centro di questo percorso è il Conservatorio della Svizzera italiana, che con la sua stagione 900presente rinnova il suo impegno nella formazione artistica più avanzata: l’Ensemble900 diventa infatti non solo luogo di esecuzione, ma laboratorio d’idee e piattaforma professionale. Non a caso, diversi tra i protagonisti della stagione — direttori, solisti, compositori — sono alumni del Conservatorio, a testimonianza di un ecosistema culturale fertile e coerente, in cui il legame tra formazione e attività artistica si alimenta in modo reciproco.
Tutti i dettagli della stagione su 900presente.ch
Artisanat furieux
30.11.’25 ore 20:30
Spazio Officina, Chiasso
Dopo un esordio spumeggiante con il concerto del 40. del Conservatorio al LAC il 27 ottobre, il secondo concerto della stagione di 900presente mette a confronto due giganti della musica moderna, due generazioni, due monumenti musicali. Nel 1912 l’attrice Albertine Zehme commissiona ad Arnold Schönberg un melologo per voce e strumenti su testi del poeta belga Albert Giraud tratti dalla raccolta Pierrot lunaire: rondels bergamasques. Nasce così uno dei brani più importanti e rivoluzionari del ‘900 in cui i temi simbolici, decadenti e modernisti delle poesie ispirano a Schönberg un nuovo modo di trattare la voce umana in una sorta di canto parlato. Altrettanto nuova è la scrittura strumentale che distorce, amplifica e trasfigura i gesti tipici della musica post-romantica. Quarant’anni più tardi Pierre Boulez risponderà simbolicamente al Pierrot schönberghiano con Le Marteau sans maître, ciclo basato sui versi surrealisti del poeta francese René Char. Le parole in questo caso vengono cantate da una voce di contralto; Boulez come Schönberg inventa un suono strumentale nuovo, inconsueto, in cui i solisti di flauto, viola e chitarra sono incorniciati dai timbri astratti delle percussioni. Pierrot e Marteau proposti uno accanto all’altro raccontano una pagina fondamentale della musica del secolo scorso, una pagina dirompente che ancora oggi stupisce e suggestiona.
Ensemble900
Liga Liedskalnina voce
Arturo Tamayo direzione
ARNOLD SCHÖNBERG (1874 – 1951)
Pierrot lunaire op. 21 (1912) per voce recitante, flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte
PIERRE BOULEZ (1925 – 2016)
Le Marteau sans maître (1954) per voce e sei strumenti
Ingresso libero.


