Il tema del sostegno alla formazione musicale non è forse mai stato tanto dibattuto in Ticino a livello politico come alla fine dell’anno 2021 e all’inizio del 2022. Il 9 settembre scorso un gruppo di parlamentari di tutti i partiti e coordinati da Maurizio Agustoni hanno sottoposto al Consiglio di Stato una serie di domande in merito alla disparità di trattamento nel sostegno alle scuole di musica. I dati esposti dal gruppo di parlamentari sottolineano come la situazione ticinese del finanziamento dei costi delle scuole di musica sia molto lontana dal resto della Svizzera. Se la media della quota parte a carico dei genitori in Svizzera si situa attorno al 40%, in Ticino essa si attesta attorno al 75% (dati estrapolati da una statistica dell’associazione svizzera delle scuole di musica). A livello di contributi pubblici, l’ufficio federale di statistica per il 2018 dice che l’ente pubblico (Cantone e Comuni) ha finanziato l’educazione musicale extrascolastica con una media di 61 franchi pro-capite, tale dato rapportato al Ticino corrisponderebbe a circa 21 milioni di franchi. La risposta del Consiglio di Stato ha cercato di mettere in evidenza il fatto che, a livello di percentuali, il Cantone sia vicino alla linea mediana svizzera, mentre il contributo dei comuni sia nettamente inferiore ai dati d’oltralpe. Detto fatto: a cascata da questo atto parlamentare, il Cantone ha poi cercato di sensibilizzare i vari municipi e ha tematizzato il problema nell’ambito della piattaforma Cantone–Comuni. A conti fatti, il dato a consuntivo della voce sussidi comunali per il 2021 risulta addirittura inferiore a quello degli anni precedenti! In una seconda interrogazione inoltrata a inizio 2022 da Raoul Ghisletta, che chiedeva spiegazioni sulla scarsa partecipazione comunale alla voce sostegno alle scuole di musica, il Consiglio di Stato ha snocciolato alcune cifre: il 48% degli allievi iscritti a una scuola di musica riceve un sussidio comunale e la cifra destinata dagli enti pubblici (Cantone e Comuni) al finanziamento di questo settore si attesta attorno a 1’240’000 franchi. Se prima di analizzare la situazione volessimo fare i conti della serva, scopriremmo che:
- nel 2018 a fronte di un contributo pro-capite nazionale mediano di 61 franchi, la cifra stanziata a livello cantonale per il medesimo scopo (nostra proiezione considerando anche il bacino bandistico e corale) nel 2021 si attesta attorno ai 5 franchi;
- il valore di un punto percentuale ticinese è di gran lunga inferiore al valore di un punto percentuale svizzero.
Un’analisi sommaria di questa narrazione potrebbe suggerirci che questa impasse sia dovuta a qualcuno che non ottempera ai propri compiti. Un’analisi seria della situazione, invece, potrebbe evidenziare che per regolare questo annoso problema sia imprescindibile mettere al centro dell’azione politica l’alta valenza formativa e sociale di un’educazione musicale/artistica di qualità. In fondo, il mondo della musica ci dice che suonare lo stesso spartito può garantire maggiori chance di successo, rispetto a che ognuno scelga la propria musica. Un simile valore condiviso ci permetterebbe di cominciare a costruire un consenso attorno a un nuovo impianto strutturale che non ragioni in termini di costi, ma in termini di benefici. Speriamo che il futuro possa riservarci risposte e la scelta di una musica più armoniosa. Noi ci siamo!
Questo testo è apparso sul Rapporto Annuale 2021 della Fondazione Conservatorio della Svizzera italiana.