Flautista e neo-docente di didattica del flauto alla Scuola universitaria di Musica, Tommaso Maggiolini ci racconta il suo ritorno al Conservatorio della Svizzera italiana come docente, dopo averne fatto esperienza da studente. Attivissimo nella produzione concertistica in Ticino, in questa intervista condivide anche il suo punto di vista sulle rassegne musicali che segue più da vicino.
Tommaso, com’è iniziata la tua avventura nella musica e qual è stato il tuo percorso di formazione?
La mia avventura nella musica è iniziata un po’ per caso, strimpellando una tastiera che ricevetti in regalo da un parente verso il termine delle scuole elementari. Alle medie, ho avuto la fortuna di incontrare due docenti di educazione musicale molto validi, che avevano dato vita a un laboratorio di musica d’insieme: questa esperienza mi ha permesso di avvicinarmi in modo concreto alla musica e, successivamente, allo studio del flauto traverso. Quest’ultimo è stato un incontro fortuito e assolutamente casuale, poiché non avevo le idee per nulla chiare e non nutrivo alcuna predilezione per uno strumento in particolare. A dire il vero, fu semplicemente un “cavallo di Troia” per poter superare l’ammissione al Conservatorio di Milano: all’epoca era molto più facile entrare con uno strumento a fiato e, per me che non avevo mai preso lezioni regolari di strumento, fu una scelta intelligente. Durante gli ultimi anni del Liceo ho conosciuto il flautista Alfred Rutz con cui ho proseguito i miei studi al Conservatorio della Svizzera Italiana dal 2010 al 2012; per poi ritornarvi nel 2015 – dopo una parentesi bernese con la flautista Verena Bosshart alla Hohschule der Künste Bern – per studiare con Felix Renggli.
Torni al Conservatorio della Svizzera italiana come docente dopo esservi stato studente. Che effetto ti fa e quali sono le tue idee per la tua classe di didattica del flauto?
Difficile descrivere l’effetto: mi sento onorato e fortunato a essere docente nella scuola dove ho vissuto una parte fondamentale della mia formazione.
“Insegnare a insegnare”, come qualcuno, banalizzando, descrive la didattica è un compito non semplice, nei confronti del quale penso non sia né costruttivo né utile porsi in maniera dogmatica e frontale: mai potrei immaginarmi di salire in cattedra e imporre le mie scelte e le mie modalità agli studenti. È a mio avviso fondamentale partire dalle necessità degli studenti – che vengono da percorsi ed esperienze diverse – e impostare un percorso che li aiuti a incanalare le proprie qualità traendone il miglior risultato. L’approccio rimane – come è stato per me quando ero studente – il più pratico e concreto possibile con qualche parentesi più teorica volta, per esempio, alla scoperta del repertorio didattico. Per fortuna le idee non sono granitiche ed evolvono costantemente.
Quali sono le sfide più importanti che un giovane flautista deve saper cogliere oggi e quali le competenze che reputi fondamentali?
Penso che la sfida più importante sia quella legata ai numeri: oggi ci sono migliaia di flautisti di ottimo livello ma i posti a disposizione, in particolare nelle orchestre, sono sempre meno perché, ahinoi, alcune chiudono e altre sono perennemente a rischio. Anche nel mondo dell’insegnamento non è scontato trovare una buona posizione. Vivere facendo concerti non è una possibilità adatta a tutti, per ragioni varie, e a meno che non si decida di sostenersi svolgendo una professione al di fuori del mondo musicale non rimane che muoversi con flessibilità tra più attività: dall’insegnamento all’attività concertistica, sia in orchestra che in organici cameristici.
Oltre a un solido bagaglio strumentale (e culturale), le competenze che reputo oggi fondamentali sono flessibilità e curiosità: flessibilità per adattarsi a contesti e situazioni diverse; curiosità per mantenere vivo il nostro interesse anche nei momenti più difficili e per delineare il proprio percorso evitando il più possibile la ricerca spasmodica di strade già ampiamente battute da altri. Non esiste un solo modo per vivere di musica.
Quest’anno assumerai la direzione artistica della rassegna “Ceresio Estate” a Lugano, che si affianca alle numerose altre attività che segui in Ticino, come “Verbano Musica Estate” (Locarno), la Fondazione Ruggero Leoncavallo e i “Mercoledì Pianistici” di Elisarion. Quale programmazione intendi sviluppare come direttore artistico e come reputi l’offerta delle proposte musicali in Ticino?
Le rassegne citate seguono percorsi e programmazioni molto differenti: il trait d’union è sicuramente l’attenzione rivolta alle giovani generazioni con un occhio di riguardo per i musicisti del territorio. Difficile riassumere la programmazione, poiché queste realtà sono molto diverse tra loro: al Museo Ruggero Leoncavallo l’attenzione è ovviamente rivolta al padrone di casa, di cui custodiamo un meraviglioso pianoforte Erard del 1841, e attorno al quale vengono cuciti i programmi dei concerti.
“Verbano Musica Estate” è nata, con i colleghi Valentina Londino e Nicolas Mottini, per dare più possibilità ai giovani musicisti del territorio ma non solo: diversi sono infatti i musicisti invitati che provengono da altri cantoni e dall’estero. La programmazione è prevalentemente cameristica e segue un tema che varia ogni anno. I “Mercoledì Pianistici”, parte della programmazione del Centro Culturale Elisarion – ora Minusio Cultura – sono un unicum ticinese: è l’unica rassegna in Ticino dedicata interamente al pianoforte. Fondata da Riccardo Tiraboschi nel 2015, si articola in sei concerti nei quali si esibiscono pianisti di diversa provenienza e dal profilo artistico molto eterogeneo. Anche in questo caso, oltre a pianisti in carriera, i giovani coinvolti sono numerosi.
“Ceresio Estate” è una rassegna storica, un appuntamento irrinunciabile dell’estate musicale luganese. È per me una grande emozione assumerne la direzione artistica poiché proprio in seno a “Ceresio Estate” ho tenuto i miei primi concerti seri, grazie al sostegno di Lucienne Rosset. La programmazione di “Ceresio Estate” è sempre stata piuttosto eclettica per generi e organici coinvolti: il core della proposta rimane saldamente legato alla musica classica, ma diverse sono state le incursioni di altri generi.
La proposta musicale in Ticino è molto variegata e di altissima qualità. A chi si lamenta dicendo “in Ticino non c’è niente da fare” suggerisco di dare un’occhiata (meglio ancora, un orecchio) agli appuntamenti dedicati alla musica classica – ma non solo!!! – per tastare con mano l’effettiva offerta. Per un Cantone di 350.000 abitanti ci troviamo di fronte a un vero e proprio lusso.
Nato a Milano nel 1991, Tommaso Maggiolini è flautista, insegnante e organizzatore di concerti.
Si è diplomato a 18 anni presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. Ha studiato in seguito con Alfred Rutz, Verena Bosshart e Felix Renggli presso il Conservatorio della Svizzera Italiana e la Hochschule der Künste di Berna conseguendo il Master of Arts in Music Pedagogy, il Master of Arts in Music Performance e il Master of Advanced Studies. Nel 2017 inizia lo studio del flauto traverso barocco con Giannantonio Ippolito. Ha frequentato i corsi di perfezionamento tenuti dai flautisti Jànos Bàlint, Philippe Racine, James Galway, Jean-Claude Gérard, Peter-Lukas Graf, Ramson Wilson, Emmanuel Pahud e Sivlia Careddu. Fondamentale per la sua formazione artistica è l’incontro con Rocco Abate, del quale è stato assistente didattico dal 2013 al 2017. Suona regolarmente con il pianista Nicolas Mottini, il mezzosoprano Valentina Londino e l’arpista Elisa Netzer con i quali si è esibito in duo e in trio in Italia, Svizzera, Francia, Austria, Germania e USA. Nel 2018, in trio con il pianista Nicola Mottini e il mezzosoprano Valentina Londino ha inciso il CD “Une flûte enchantée” per l’etichetta svizzera VDE-Gallo. Dal 2018 collabora in qualità di primo flauto con l’Orchestra da Camera Canova partecipando a numerose produzioni cameristiche, sinfoniche e operistiche.
Dal 2016 al 2021 ha insegnato per lo Stage Estivo ANBIMA Lombardia. È docente di flauto traverso presso la Scuola Secondaria di primo grado “E. Crespi” di Busto Arsizio (Varese), la Scuola di Musica di Biasca e altre scuole del Canton Ticino. Nel 2021 ha fondato la rassegna Verbano Musica Estate (Locarno) di cui è direttore artistico. È inoltre direttore artistico della Fondazione Ruggero Leoncavallo, della rassegna Pomeriggio Musica e della rassegna Mercoledì Pianistici di Elisarion. Dal 2021 è coordinatore e responsabile logistico della rassegna Ceresio Estate (Lugano) della quale assumerà la direzione artistica a partire dal 2024. Nella primavera 2024 è prevista l’uscita di un CD in duo con Nicolas Mottini dedicato ai compositori svizzeri Othmar Schoeck e Joseph Lauber prodotto dalla RSI per l’etichetta Aulicus Classics.
Immagine di copertina: foto di Andrea Caramelli.