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Focus Ligeti. L’universo musicale del grande compositore ungherese

da | Feb 9, 2023 | LEGGI, Progetti

La rassegna musicale Focus Ligeti – Lugano 2023 (dal 2 febbraio 2023 al 24 novembre 2023) è un’ode appassionata alla mente creativa di György Ligeti (Târnăveni, 1923 – Vienna, 2006) nel centenario dalla nascita. Il Conservatorio della Svizzera italiana con 900presente, i Vesperali, LuganoMusica e l’Orchestra della Svizzera italiana riuniti insieme in un programma di nove appuntamenti che attraversano la produzione artistica del grande compositore ungherese.
«Questo progetto attraversa l’intero percorso artistico di Ligeti. Addirittura presenta delle prime mondiali, come le Cantate n°1 e n°2 che Ligeti scrisse a vent’anni. Poi c’è il Ligeti maturo, come in quel teatro astratto che è Aventures et Nouvelles Aventures del 1966» spiega Francesco Bossaglia, che dirigerà il Coro della Radiotelevisione Svizzera in un concerto che include le due Cantate e il brano Lux Aeterna del 1966 (Vesperali, 26 marzo 2023 ore 17:00).

È forse pleonastico citare la potenza espressiva delle musiche di Ligeti in scene epocali della storia del cinema occidentale, come proprio Lux Aeterna in 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrik (1968). Eppure, a quelle immagini si rifarà la nostra mente, mentre impareremo a conoscere, in questi nove appuntamenti, la poetica e il rigore di Ligeti sviluppati nella produzione artistica di una lunga vita votata alla ricerca musicale.

Quando ero piccolo, circa all’età di 3 anni, abitavo in un villaggio sui Carpazi e mia zia un giorno si accorse che avevo paura dei ragni. Mi forzò a toccarli. Accanto a me c’era mia madre, non dovevo avere paura [1].

Racconta Ligeti, suggerendoci di guardare alla prorompenza del suo immaginario sensibile per districarci nelle ragnatele sonore delle sue composizioni. «Ligeti è una voce unica nel panorama compositivo del Novecento» prosegue Bossaglia «nella sua musica c’è un viaggio che parte dal folklore ungherese ed arriva ad un mondo sonoro mai sentito prima, passando attraverso i polifonisti fiamminghi, Béla Bartók, e i poliritmi africani.».

Da bambino vivevo in un piccolo villaggio di circa cinquemila abitanti, nel centro della Transilvania, e ricordo che d’inverno si avvicinavano i lupi e quindi era pericoloso. Là ascoltavamo tantissima musica, ma solamente zigana.

La musica di Ligeti, infatti, viene spesso letta in relazione ad altri compositori nazionali. I pezzi pianistici di Musica Ricercata del 1951 (900presente, 26 marzo 2023 ore 20:30), per esempio, sono stati spesso paragonati ai Mikrokosmos di Béla Bartók. Ma anche gli incontri con la musica di Stockhausen, König, e più tardi Nancarrow, o la ricerca sulla musica polifonica fiamminga di Ockeghem, sono per Ligeti fonte di grande ispirazione. Un’ispirazione che, tuttavia, rimane sempre ancorata a un’estetica molto personale.

Ho iniziato a leggere all’età di tre anni. Verso i 5 anni qualcuno, per errore, mi ha regalato un libro che non era per bambini e leggendolo mi ha fatto sentire triste e immerso nella malinconia. Nel racconto non accade niente. Il tempo è immobile, il paesaggio è immobile, non cambia. Dentro a una casa, totalmente sola, vive una vedova. Suo marito era un meteorologo, un ricercatore… Ha lasciato alla vedova una casa piena dei suoi apparecchi. C’erano molti orologi, barometri, ergometri, diversi strumenti di misura. Quindi, la vedova era immersa tutto il giorno nel suono di questi orologi: tic-tac-tic-tac. Sempre.
In seguito ho creato dei brani meccanici. La prima volta è stato nel 1962: il brano per cento metronomi credo sia stato influenzato fortemente da questa visione. Molti, molti, orologi che battono allo stesso tempo con pulsazioni differenti. Un’immagine, un simbolo per il tempo che è sì misurato, ma che è totalmente statico.

Con queste parole Ligeti descrive il Poeme Symphonique pour 100 métronomes del ‘62, un brano che mostra come il suo lavoro musicale si muovesse su una dimensione ontologica: la musica è essere, e si rivela in una staticità complessiva e definitiva, pur permettendo al suo interno movimenti polifonici in divenire. Questa “visione acustica” di una nuova musica che non ha melodia, non ha ritmo, non ha armonia, persegue la sua idea di creare una partitura con una musica continua, coordinandone le diverse voci che si muovono in una totalità statica. Come afferma lo stesso Ligeti, fu Paul Klee a fornirgli una chiave per raggiungere questo scopo, suggerendogli di utilizzare le linee di misura come un orientamento, un’indicazione solo per sincronizzare le differenti voci, mai intesa come una metrica.
Per comprendere la complessità e bellezza di questo genio della musica del Novecento, la rassegna Focus Ligeti – Lugano 2023 offre un percorso ricco e accurato, rispondendo così all’idea che Ligeti aveva espresso a proposito del suo lavoro:

Io vivo ora e adesso, faccio involontariamente parte di una cultura e ciò che io sarò in grado di produrre s’imporrà o non si imporrà con il tempo. Non si può giudicare l’importanza di un’opera d’arte per una cultura, se non a posteriori.

[1] Le citazioni di Ligeti sono tradotte dall’autrice dal film documentario di Michel Follin, György Liget un portrait, Artline Films, Les Productions du Sablier, La Sept – Centre Georges Pompidou (1993).
900presente | Focus Ligeti

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