«Il talento è come l’elettricità. Non capiamo l’elettricità. La usiamo» ha detto la poetessa americana Maya Angelou durante un’intervista [1]. Se è vero che il talento si manifesta da sé, senza altra necessità che quella di essere osservato, creare le condizioni affinché il talento non sia solo riconosciuto, ma possa anche esprimersi e crescere, è una delle prerogative del sistema musicale. In tutto il mondo i premi dedicati ai musicisti sono moltissimi e molto vari, ma tutti simili nel perseguire l’intento di scovare il talento e, con meccaniche diverse, di aiutarlo a fiorire.
Con l’avvio del nuovo anno accademico è tornato nelle aule del Conservatorio il Gianni Bergamo Classic Music Award (7-9 settembre 2022), un concorso dedicato ai giovani che da sedici anni attira a Lugano musicisti da tutto il mondo e che ogni anno varia la categoria premiata, passando dalle diverse famiglie di strumento, alla musica da camera, alla voce. Quest’ultima edizione, dedicata alla musica da camera, è stata vinta dal Beija Flor String Quartet (AT) al primo posto e, a pari merito al secondo posto, dall’Amelio Trio (DE) e dal Trio Chagall (IT).
Promosso dalla Fondazione Gianni Bergamo Classic Music Award attraverso l’expertise della Fondazione mantello Accentus, il concorso è realizzato con la collaborazione del Conservatorio della Svizzera italiana che ne supporta il corretto funzionamento, sia dal punto di vista artistico, sia logistico e organizzativo.
«A livello internazionale possiamo individuare tre tipologie di premio» spiega Nadir Vassena, docente del Conservatorio e responsabile operativo del concorso. «Ci sono i premi storici, che hanno una fortissima reputazione e sono ambìti prevalentemente per la risonanza dei nomi illustri che li hanno ricevuti. Poi, ci sono premi legati a un’istituzione musicale rinomata, la cui attività è frequentemente l’oggetto stesso del premio, come un concerto con un’orchestra di primo piano. Infine, ci sono premi che concentrano i loro sforzi nell’erogare un montepremi significativo, abbastanza grande da consentire al giovane musicista di talento di lavorare per un certo periodo di tempo con una certa tranquillità finanziaria».
Nel panorama internazionale il Gianni Bergamo Classic Music Award, nonostante la sua relativa giovane età, si situa nella fascia alta dei concorsi che erogano un montepremi e si distingue per l’ampiezza delle categorie musicali coinvolte. Fino a oggi il concorso ha premiato 49 artisti – tra solisti, compositori ed ensemble – provenienti da tutto il mondo [2], con un’erogazione complessiva di oltre 400mila euro. Ogni edizione, infatti, vanta un montepremi di 25mila euro (1° premio: 12mila euro – 2° premio: 8mila euro – 3° premio: 5mila euro), ma la giuria si riserva il diritto di non conferire premi, di ridistribuirli in altro modo o addirittura di integrarli con ulteriori borse di studio, qualora lo ritenga opportuno. Delle sedici edizioni, sei sono state dedicate alla musica da camera, tre alla composizione, due alla voce e cinque a un singolo strumento musicale (violoncello, viola da gamba, corno, clavicembalo, chitarra). Con il variare della categoria, variano anche i profili dei concorrenti anche se di norma per regolamento non possono superare i 33 anni di età. «In questi anni il panorama è stato molto vario, ma principalmente hanno partecipato ragazzi appena diplomati e giovani professionisti all’inizio della carriera. È significativo il fatto che chi ha vinto ha poi spesso dimostrato coi fatti che meritava di vincere» afferma Vassena.
Gianni Bergamo (Milano, 1941), musicista, ideatore e mecenate del suo omonimo premio [3], è anche membro fisso della giuria del concorso e ha commentato l’edizione appena passata con ampia soddisfazione: «è un grande orgoglio osservare quanti giovani ensemble siano in grado di suonare a un livello così straordinariamente alto. Aver assegnato due secondi premi dimostra questa tendenza e sono convinto che i vincitori del primo premio raggiungeranno la notorietà in breve tempo».
Appuntamento all’anno prossimo con la voce e, in particolare, con i tenori.