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L’alba della Città della Musica di Lugano. Ne parla Luigi Di Corato

da | Apr 6, 2023 | LEGGI, Politica culturale

Nella seduta del 20 marzo 2023 il Consiglio Comunale della Città di Lugano ha votato all’unanimità la creazione della Città della Musica, un polo che ospiterà la nuova sede del Conservatorio della Svizzera italiana e della Fonoteca nazionale, insieme all’OSI, i Barocchisti, il Coro RSI e la stessa RSI che hanno già stipulato accordi con il Conservatorio per partecipare al progetto. Un segnale politico molto significativo che esprime la posizione della cultura e della formazione nell’agenda della Città. Ne abbiamo parlato con il Direttore della Divisione Cultura della Città di Lugano, Luigi Maria Di Corato.

Direttore Di Corato qual è il suo commento a questa straordinaria votazione?
Credo che sia un importante punto di ripartenza dopo la nascita del LAC, che ha portato Lugano a divenire una città di riferimento tra il Nord e il Sud delle Alpi proprio per la sua proposta culturale. Con la Città della Musica si apre un’altra dimensione, quella della produzione culturale. Se il LAC ha creato le condizioni per condividere un palcoscenico d’eccezione e spazi espositivi di livello internazionale per presentare nel migliore dei modi la cultura al pubblico, questa votazione si apre verso tutto ciò che serve perché si possa alimentare il palcoscenico del LAC tramite la formazione di coloro che, attraverso la creatività e l’arte, danno forma all’ascolto.

Insieme al CSI, la Città della Musica costruirà un polo votato a rappresentare un’ampia filiera musicale.
L’insegnamento musicale del Conservatorio potrà convivere con la sede dell’OSI, dei Barocchisti e del Coro della Radiotelevisione svizzera, interagirà con i tonmeister della RSI che sono impegnati da decenni nella registrazione di musica di eccellenza. Questa area legata alla produzione musicale attuale si completa di un ulteriore pilastro, perché grazie alla presenza della Fonoteca nazionale, la Città della Musica potrà contare anche sulle testimonianze e sulle pratiche di  conservazione delle manifestazioni sonore svizzere. Ricordo che la Fonoteca è un’istituzione federale sotto l’influenza diretta della Biblioteca nazionale svizzera e ha il compito di conservare non solo i supporti, ma soprattutto le testimonianze sonore del paese nel tempo.

Le istituzioni musicali coinvolte avranno la possibilità di pensare finalmente a lungo termine e quindi diventare uno degli asset di sviluppo della Città di Lugano.

Che sinergie immagina tra tutte queste organizzazioni?
La cosa interessante è che siamo andati oltre le sinergie immaginarie. La Città della Musica è stata presentata in Consiglio comunale con lettere di intenti e accordi già siglati tra i partner. Credo quindi che il Consiglio abbia apprezzato non solo il progetto, non solo il messaggio, ma anche che fosse suffragato da accordi scritti, dal fatto che le parti si fossero incontrate e avessero già concordato delle collaborazioni, che sono molteplici. Dalla sperimentazione all’insegnamento. Un esempio calzante è che l’intento del Conservatorio è anche quello di costruire una nuova biblioteca che diventi l’occasione per proporre delle postazioni d’ascolto per repertori sonori del passato alimentati dalla Fonoteca nazionale. Una biblioteca che diventerà anche uno spazio dove realizzare incontri, presentazioni e dibattiti sui temi della musica.
Il Conservatorio si occupa di musica: classica, contemporanea, di sperimentazione elettronica per esempio. Il mio augurio è si possano trovare degli spazi inediti di interazione con le musiche attuali, oltre che con quei musicisti che si occupano del repertorio di tradizione. Se Conservatorio e Fonoteca sapranno confrontarsi con le proposte più innovative delle musiche del presente, sono convinto che potranno aprirsi ambiti interessanti e inediti.

Un progetto di tali dimensioni e con queste caratteristiche come potrà posizionare Lugano e il Ticino a livello nazionale e internazionale?
La realtà del CSI è già importante e grazie a questo nuovo progetto – che conferma l’interesse della Città di Lugano a sviluppare collaborazioni fra pubblico e privato in maniera innovativa – avrà uno spazio nel quale progettare il futuro e potrà farlo con altre istituzioni senza quella necessità di dover pensare costantemente a una nuova collocazione data dalla temporaneità dell’uso degli spazi in passato. Ora le istituzioni musicali coinvolte avranno la possibilità di pensare finalmente a lungo termine e quindi diventare uno degli asset di sviluppo della Città di Lugano, proprio nell’ottica delle industrie culturali e creative, che non sono solo un elemento culturale e sociale, ma sono un elemento fondante dello sviluppo economico, visto che in Svizzera partecipano al valore aggiunto per quasi il 10% del prodotto interno lordo.

Città della Musica | Città di Lugano

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