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Marcello Schiavi vince il concorso di prima viola all’Orchestra dell’Arena di Verona

da | Apr 6, 2023 | LEGGI, Persone

Neo-vincitore del concorso di prima viola all’Orchestra dell’Arena di Verona, abbiamo incontrato il violista italiano Marcello Schiavi, diplomato con Danilo Rossi al Conservatorio della Svizzera italiana nel 2014. Schiavi ha condiviso con noi una conversazione che ripercorre i suoi studi fino al raggiungimento di questa prestigiosa posizione. Un punto di vista fresco e alcuni preziosi consigli…

Marcello, lei si è diplomato in viola con Danilo Rossi alla Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana nel 2014. Come ricorda gli anni di studio a Lugano?
Sono stati tre anni davvero intensi e stimolanti dal punto di vista formativo, che mi hanno fortemente motivato allo studio ed alla condivisione di musica con compagni, amici e futuri colleghi. Ho inoltre avuto la possibilità di conoscere persone che sono diventate mie amiche, e con le quali ancora oggi ho uno splendido rapporto.

Quali sono state le esperienze che ritiene siano state più significative in Conservatorio e che l’hanno preparato per il futuro?
Di certo non posso dimenticare le sensazioni che si provavano man mano che si avvicinavano le lezioni con il Maestro Rossi, specialmente verso fine a.a., con gli esami da preparare; la pressione veniva trattata scherzosamente, ma il lavoro era duro, minuzioso e attento ad ogni dettaglio. Il Conservatorio offre vari seminari che integrano le lezioni di strumento, e quello che per me è stato uno dei più formativi, è il corso sui passi orchestrali, tenuto dal maestro Ivan Vukcevic, al cui termine aveva luogo una vera e propria audizione interna utile per poter collaborare con l’ Osi. Per me è stato un passaggio fondamentale per capire alcuni aspetti delle audizioni e del repertorio orchestrale.
Ah, dimenticavo, l’esperienza in conservatorio più formativa?? Le partite a ping-pong al -1 nelle pause di studio serali!!

Recentemente ha vinto il concorso di prima viola all’Orchestra dell’Arena di Verona. Come è arrivato a questo importante traguardo e come ha vissuto la gavetta orchestrale prima di arrivarci? Com’è stato il concorso per ottenere questa posizione?
Ho fatto tante audizioni e tanti concorsi, alcuni vanno, altri non vanno, alcune volte ti butti giù e altre non ti pesano, l’importante è impegnarsi a suonare sempre con un occhio verso quello che stiamo facendo. Il nostro è un lavoro ma non è un lavoro come un altro. Abbiamo bisogno di motivazione, benessere e autostima per rendere al massimo, e questi aspetti, almeno nel mio caso, si possono avere solo se ci si stacca dall’ obiettivo del “lavoro”, e si comincia a suonare e anche a divertirsi, impegnarsi per migliorare sempre e comunque, non solo in funzione di un’audizione. Penso che la cosiddetta “gavetta” mi abbia portato a pensare questo. Il concorso in sé è solo un momento, un attimo, che forse ti conferma come musicista di qualità, ma non è il passaggio per definirti tale.
A Verona è stata dura, ma anche molto stimolante. Abbiamo dovuto suonare il concerto classico (Hoffmeister nel mio caso), i passi e i soli. Dopo la prima prova siamo andati in quattro in finale. Il giorno dopo la prova era sul palcoscenico del Teatro Filarmonico, ed ho eseguito il primo e secondo movimento del concerto di Bela Bartok e il secondo movimento della prima suite di Reger, oltre che altri passi e altri soli. Sicuramente un programma impegnativo, ma la parte più dura è l’attesa, fidatevi!

Quali consigli può dare agli allievi di oggi che aspirano a una posizione in orchestra e che dovranno affrontare lo stesso percorso?
Scegliete l’insegnante giusto, e per sceglierlo osservatelo come lui dovrebbe osservare voi quando vi fa lezione. Ascoltatelo fino in fondo, ma non abbiate paura di chiedere chiarimenti se non siete convinti di certe cose. Studiate tanto, ma non troppo, per essere produttivi bisogna mantenere sempre un equilibrio! Non ripetete all’infinito un passo, cambiate approccio, trovate nuove strade, se studiando ci si annoia(come capita quasi sempre), allora meglio fermarsi, fate due passi e ricominciate con più voglia, sembra impossibile ma funziona.
Ultimo banalissimo consiglio: non mollate, se si hanno le qualità, in un modo o nell’altro, queste usciranno. Per chi ha la fortuna e il merito di riuscire ad aprire subito la prima porta, beati loro, ma non fermatevi di fronte alle porte chiuse, possono solo darvi nuovi stimoli.
Ah dimenticavo: siete in conservatorio, ricordatevi di non pensare solo al lavoro, godetevela!

Immagine di copertina: Concerto dell’Orchestra del Conservatorio della Svizzera italiana diretta da John Neschling (Lugano, 21.09.2012). Al concerto partecipò anche Marcello Schiavi.
Scuola universitaria di Musica | Alumni

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