Nelle prossime settimane si concluderà la programmazione dell’anno scolastico e accademico e con essa sospenderà per la pausa estiva anche il CSI Magazine.
Per il secondo anno consecutivo questa pagina ha accompagnato, con una periodicità mensile, tutte le diverse attività che hanno interessato la Scuola: dai temi di politica culturale in cui il Conservatorio si impegna in prima persona, ai diversi appuntamenti delle stagioni musicali, alle notizie e agli approfondimenti sui corsi di studio e sui protagonisti della Scuola, che questi fossero illustri musicisti ospiti, docenti o studenti.
Che cos’è una scuola se non un’ecologia di saperi a servizio delle persone?
Questo è stato il nostro taglio editoriale: raccontare la Scuola attraverso le persone che la abitano e che in essa si esprimono, mantenendo lo sguardo aperto all’ambiente più esteso del territorio in cui la Scuola agisce.
Per questo motivo comporre il Magazine, mese dopo mese, è stata un’avventura meravigliosa. Sfogliando le interviste e gli articoli di questi due anni di attività, si leggono i pensieri e i progetti di personaggi come John Neschling, Michel Gagnon, Luigi Maria Di Corato, Giulia Genini, Pierre Wavre, Christoph Brenner, Brunella Clerici, Luca Medici, Francesco Bossaglia, Gabriele Gardini e di tantissime altre persone. Con il numero di Maggio contiamo ben 258 articoli pubblicati in due anni, nelle diverse sezioni “Ascolta”, “Guarda” e “Leggi”.
Secondo una certa lezione della semiotica, abbiamo impostato fin dal primo numero una multimedialità suddivisa in podcast, immagini in movimento e testo: ciò che desideravamo creare era una piattaforma che lavorasse sul percettivo, offrendo ai visitatori la possibilità di ascoltare voci, di assistere a performance e, naturalmente, di leggere.
Se gli analitics ci informano che abbiamo lettori in Svizzera ma anche da Paesi come la Grecia, la Finlandia, la Germania e gli Stati Uniti, una delle prossime sfide di questo canale sarà riuscire a dare sempre più voce alla grande interculturalità del Conservatorio della Svizzera italiana, accogliendo in primo luogo le tre diverse identità linguistiche nazionali.
E di continuare a costruirlo, il mondo del Conservatorio, attraverso narrazioni che sapranno raccontare le sue persone in modi sempre più esaustivi, parlando a tutti.