La costruzione di grandi poli concertistici è un modello di sviluppo culturale ampiamente diffuso nelle grandi città di tutto il mondo. Più raro, invece, è trovare modelli di produzione e diffusione musicale che abbiano come cuore pulsante la formazione dei giovani musicisti e la specializzazione delle competenze di settore. Quest’ultima è proprio l’idea della Divisione Cultura per Lugano: costruire una Città della Musica nello stabile della Radio a Besso in cui, a partire dal Conservatorio della Svizzera italiana, trovino sede anche altre organizzazioni eccellenti di tutta la filiera musicale – tra cui l’OSI, il Coro della RSI e I Barocchisti, la RSI, la Fonoteca nazionale svizzera.
In questa prospettiva, una Città della Musica a Lugano si rivelerebbe essere un polo formativo e culturale che non ha eguali in Svizzera. Per guardare il progetto da vicino abbiamo incontrato Roberto Badaracco, Vicesindaco a capo del Dicastero Cultura, sport ed eventi della Città di Lugano.
Vicesindaco Badaracco, lo scorso 29 settembre 2022 il Municipio ha presentato un messaggio per l’approvazione in Consiglio comunale di un grande progetto per Lugano: l’acquisto dello stabile della Radio a Besso dove realizzare una Città della Musica, cioè il nuovo polo formativo e culturale che ospiterà le maggiori realtà musicali ticinesi. Com’è nata questa idea?
L’idea è nata dall’esigenza di trovare una sede durevole per il Conservatorio della Svizzera italiana e la Fonoteca nazionale svizzera, oltre che per quegli operatori culturali, sempre del settore musicale, che, con l’abbandono della sede di Besso da parte di RSI, rischiano di perderla: l’Orchestra della Svizzera italiana, il Coro della Radiotelevisione svizzera e I Barocchisti. Con il trasferimento degli Studi Radio, e la conseguente decisione di alienare l’immobile da parte del proprietario, il progetto di realizzare a Lugano un unicum in Svizzera si è fatto vieppiù concreto: una grande struttura dove, oltre ad offrire attività formative di ogni livello, sarà rappresentata tutta la filiera – dalla ricerca alla creazione originale, dalla produzione alla presentazione al pubblico, dalla tutela dei supporti alla loro valorizzazione – peraltro già molto attiva sul territorio.
Una grande struttura dove, oltre ad offrire attività formative di ogni livello, sarà rappresentata tutta la filiera – dalla ricerca alla creazione originale, dalla produzione alla presentazione al pubblico, dalla tutela dei supporti alla loro valorizzazione.
Nel 2020 la Divisione cultura ha avviato uno studio statistico sul settore musicale di Lugano e recentemente ne ha presentato i risultati, che mostrano un panorama sorprendente: oltre 7mila persone si occupano di musica nell’area di Lugano (circa l’11% della popolazione residente). Da dove origina questa attrattività di Lugano sulla musica, secondo lei?
Questa dinamicità è da ricondurre innanzitutto ad un’importante tradizione concertistica a Lugano, che ha radici già a fine Ottocento con i concerti organizzati al Castello di Trevano dal barone von Derwies e in seguito dal musicista e compositore Louis Lombard. Dal secondo dopoguerra è poi andata consolidandosi una vera e propria programmazione concertistica “luganese” (dai “Giovedì musicali di Lugano” al Kursaal alla Primavera concertistica al Palazzo dei Congressi, fino all’attuale LuganoMusica) grazie alla presenza sul territorio di istituzioni locali di grande prestigio capaci di attirare nomi internazionali. A fianco di queste realtà c’è un settore di cultura musicale “popolare” saldamente radicato nel territorio: si pensi che la Civica Filarmonica di Lugano è stata fondata nel 1830! La musica a Lugano è quindi da sempre un settore culturale di primo piano; il Conservatorio con i suoi programmi ha poi consolidato in maniera importantissima l’attività di formazione e l’avvicinamento della popolazione alla pratica musicale.
Per la creazione della Città della Musica avete raggiunto un accordo con la RSI sul prezzo di vendita dello stabile a Besso quantificato in 21’250’000 franchi. Questo investimento sarà ripagato in 99 anni dal Conservatorio della Svizzera italiana e dalla Fonoteca nazionale svizzera con ulteriori investimenti per oltre 55 milioni di franchi. Un progetto importante, anche finanziariamente. Che cosa significa la presenza del Conservatorio e la futura Città della Musica per Lugano a livello culturale ed economico?
Mantenere il Conservatorio in città (e la Fonoteca) era di primaria importanza: innanzitutto perché fornisce educazione musicale a tutti i livelli e per tutte le età, con un accento marcato anche sulla formazione professionale dei futuri musicisti e dei docenti. Concretamente la sua presenza concorre quindi da una parte a diffondere il piacere della musica che porterà nel tempo a costruire anche il pubblico musicale del futuro, assicurando così anche il necessario ricambio generazionale, dall’altra a consolidare Lugano quale destinazione universitaria e culturale a livello nazionale ed internazionale. Non meno importante, il Conservatorio organizza ogni anno centinaia di eventi musicali sotto forma di esibizioni dei suoi allievi e di rassegne specifiche, contribuendo con un cartellone vario, aperto a tutti e diffuso sul territorio, che completa quello delle grandi istituzioni. Analogamente, la Città della Musica offrirà una sede operativa e di riferimento per le associazioni culturali e le imprese culturali e creative – che sono i veri attori della nuova economia della conoscenza: qui le realtà professionali indipendenti avranno a disposizione spazi di creazione musicale, ma anche di socializzazione e di diffusione. Il progetto favorirà lo sviluppo di sinergie e di collaborazioni, anche grazie alla vicinanza fisica degli operatori istituzionali, con importanti e ovvie ricadute a vantaggio di tutta la comunità.