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Winnie Huang: “La ricerca? Un catalizzatore che consente ai giovani artisti di comprendere meglio la propria identità artistica”

da | Nov 4, 2024 | IN EVIDENZA, LEGGI, Persone

La violinista, violista, artista gestuale e compositrice cinese-australiana Winnie Huang è la nuova professoressa associata di ricerca in performance musicale al Conservatorio della Svizzera italiana. Attiva interprete di nuova musica, Winnie Huang è direttrice artistica e violinista dell’ensemble di nuova musica “soundinitiative”, con sede a Parigi. In quanto membro dei “Lucerne Contemporary Leaders”, è attualmente anche co-curatrice dell’annuale Lucerne Forward Festival e insegnante di violino presso la Lucerne Festival Academy. È inoltre membro del Consiglio di amministrazione di Eavesdropping London.
Il forte interesse di Huang per l’esecuzione di opere musicali-gestuali viene esplorato attraverso le sue composizioni originali e la collaborazione con altri compositori, affermati ed emergenti, sviluppando opere contemporanee altamente gestuali. Dal punto di vista accademico, la ricerca artistica del dottorato di Huang ha riguardato la performance musicale-gestuale interdisciplinare e i processi collaborativi e sta espandendo ulteriormente la sua ricerca artistica in questi campi. Attualmente Winnie Huang è professore junior di ricerca artistica presso la Hochschule für Musik und Tanz Köln, in Germania. Inizierà la sua attività al Conservatorio della Svizzera italiana l’1 febbraio 2025. L’abbiamo intervistata.

Professoressa Huang, con quali motivazioni si è candidata per la posizione di professore associato in performance musicale al CSI?

“Quando ho esaminato il bando di concorso, sono rimasta sinceramente colpita dal desiderio del Conservatorio della Svizzera Italiana di nominare tre professori di ricerca. Questa visione propositiva e proattiva da parte del CSI nei confronti della ricerca nelle tre componenti dell’esecuzione musicale, della composizione e della pedagogia è incredibilmente entusiasmante. Questi aspetti, uniti alla ricca cultura della ricerca già presente alla SUPSI e alla nuova costruzione della Città della Musica a Lugano, offrono le basi per la costruzione di una forte comunità che valorizza le molteplici dimensioni del fare arte, dell’insegnamento e della ricerca, a cui sono davvero felice di contribuire”.

Suono e gesto: due codici linguistici diversi al servizio dello stesso messaggio artistico. La performance musicale-gestuale può consolidarsi come strumento “trasversale” e contribuire alla decodifica e interpretazione di tutti i repertori?

“Credo profondamente che tutta l’arte sia interdisciplinare. Come esseri umani, facciamo continuamente esperienza attraverso molteplici modalità e molteplici sensi allo stesso tempo, ed essere aperti a questo concetto può consentire un’esplorazione più profonda come interprete, compositrice, insegnante e ricercatrice. Utilizzo la mia ricerca sull’approccio musicale-gestuale come un mezzo, uno strumento ‘trasversale’ come lei ha suggerito, per contribuire alla comprensione, alla performance e allo sviluppo di diversi generi e repertori. Ma soprattutto, attraverso la mia ricerca, voglio stimolare la prossima generazione di artisti a trovare i propri strumenti, in modo da poter andare più in profondità nei loro obiettivi specifici”.

Alla ricerca di un’identità professionale: come può la ricerca aiutare i performer di oggi a definire un proprio profilo che trovi spazio nel mercato?

“Fare ricerca è un’attività creativa, produttiva, riflessiva, e innovativa. Permette di mettere in discussione la nostra figura, il nostro lavoro e il posto che questo può trovare nella società. Permette agli artisti di chiedersi dove si trovano i loro interessi e quali sono le loro curiosità e i loro interessi performativi. Per questo motivo, credo fortemente nella ricerca come catalizzatore, per consentire ai giovani artisti di comprendere al meglio i propri obiettivi, le proprie passioni, il proprio mestiere e, in definitiva, la propria identità artistica all’interno della comunità culturale e sociale”.

Origini cinesi e australiane, esperienze in numerosi Paesi europei e infine l’approdo nella Svizzera italiana: quali opportunità vede per il Ticino in un campo – quello della ricerca nell’ambito della performance musicale – in cui a farla da padrone sembrano essere altre aree geografiche e linguistiche?

“Avendo vissuto in più continenti ed avendo sviluppato capacità di adattamento a diverse situazioni sociali e contesti culturali, sono consapevole delle potenzialità che derivano dalla creazione di connessioni forti e del valore della loro continua costruzione e rafforzamento. Attraverso queste relazioni, siamo in grado di comprendere dove si trovano i nostri punti in comune, di imparare a capire il motivo delle possibili divisioni, e di costruire un percorso positivo e costruttivo. Penso che questo spirito di dialogo e di networking sia un valore anche per il mondo svizzero, così ricco di tradizioni culturali e linguistiche. Spero dunque di arricchire il panorama della performance e della ricerca ticinese grazie alle mie esperienze e connessioni, creando nuove relazioni tra il Ticino e la comunità internazionale di ricerca sulla performance, allo stesso tempo avendo cura di mantenere ed arricchire le connessioni già stabilite all’interno della rete ticinese”.

Leggi anche l’intervista a Pierre Alexandre Tremblay, nuovo professore associato in teoria e composizione musicale. 

ENGLISH:

Winnie Huang: “I believe in research as a catalyst that enables young artists to better understand their artistic identity.”

The Chinese-Australian violinist, violist, gestural artist, and composer Winnie Huang is the new Associate Professor of Research in Musical Performance at the Conservatorio della Svizzera Italiana. An active performer of new music, Winnie Huang is the Artistic Director and violinist of the Paris-based contemporary music ensemble soundinitiative. As a member of the “Lucerne Contemporary Leaders,” she is also currently co-curator of the annual Lucerne Forward Festival and a violin instructor at the Lucerne Festival Academy. She also serves on the Board of Directors for Eavesdropping London.
Winnie’s strong interest in the performance of music-gesture works is explored through her original compositions and collaborations with both established and emerging composers, developing highly gestural contemporary works. Academically, her doctoral research has focused on interdisciplinary music-gesture performance and collaborative processes, and she is further expanding her artistic research in these fields. Currently, Winnie Huang is a Junior Professor of Artistic Research at the Hochschule für Musik und Tanz Köln in Germany. She will begin her work at the Conservatorio della Svizzera Italiana on February 1, 2025. We interviewed her.

What motivated you to apply for the position of Associate Professor in Musical Performance?

“When I saw the call for the application, I was incredibly impressed at the desire to appoint three research professors at the same time. This progressive and proactive vision from the CSI towards research in the three components of music performance, composition and pedagogy is incredibly exciting. Alongside the rich research culture already present at SUPSI and the new construction of Citta della musica in Lugano, all these aspects create the foundations to the building of a community that values the multiple dimensions of art making, teaching and research, of which I feel excited to contribute to”.

Sound and gesture: two different linguistic codes serving the same artistic message. Can musical-gestural performance establish itself as a “cross-disciplinary” tool and contribute to the decoding and interpretation of all repertoires?

“I deeply believe that all art is interdisciplinary. We as humans experience all moments through multiple modes and multiple senses, all at once, and being open to this concept can allow for deeper exploration as a performer, composer, teacher and researcher. I use my own research of the  musical-gestural approach as a means, a ‘transversal’ tool as you suggested, to contribute to understanding, decoding and working on many repertoires, but more importantly, through my research, I hope to ignite the next generation of artist to find their own tools so that they can go deeper in their own specific goals”.

In search of a professional identity: how can research help today’s performers define their own profile that finds a place in the market?

“Research is creative, productive, reflective and innovative. It makes one question who they are, what they do and what place their work has in our society at large. It allows performers to question where their interest lie and why they are curious about these aspects of performing. Because of this, I strongly believe in research as a catalyst which empowers performers to better understand their own goals, passions, craft and ultimately their own artistic identity in the larger cultural community”.

Of Chinese and Australian origins, with experience in numerous European countries, and finally settling in Italian-speaking Switzerland: what opportunities do you see for Ticino in a field—musical performance research—where other geographical and linguistic areas seem to dominate?

“As someone that has lived in multiple continents and has had to adapt to multiple cultures and environments, I see the force that comes with creating strong relationships and building on these networks continuously. Through these relationships, we are able to see where our commonalities lie and learn to understand why possible divisions exists, and hopefully collaborate in creating a positive path forward.  I see how also multi-lingual and multi-cultural countries such as Switzerland also appreciates these qualities. Therefore, I hope to enrich the Ticino performance and research landscape with the networks I have built, creating new relationships between Ticino and the larger global performance research community, while always collaborating and tending to the already established connections within the Ticino network”.

Read also the interview to Pierre Alexandre Tremblay, new associate research professor in music theory and composition. 

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