Alessio Allegrini, docente di corno alla Scuola universitaria di Musica, è primo corno solista all’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, alla Lucerne Festival Orchestra e all’Orchestra Mozart fondata da Claudio Abbado.
Il prossimo 1 luglio 2023, Allegrini dirigerà l’ultimo concerto della Stagione Sinfonica del Conservatorio della Svizzera italiana alla Chiesa del Collegio Papio di Ascona, con in programma il Concerto n°1 di Richard Strauss e la Sinfonia n°3 “Eroica” di Ludwig van Beethoven.
Presto dirigerà la nostra Orchestra Sinfonica. Che lavoro sta portando avanti con gli studenti e quali sono le sue aspettative per questo ultimo concerto dell’anno accademico?
È la prima volta che la dirigo, ma ho già lavorato con l’Orchestra del Conservatorio in occasione del concerto per i 35 anni al LAC e, più recentemente, ho seguito le prove della Sinfonia n°8 di Anton Bruckner. Posso dire che, a tutti gli effetti, possiamo considerarla un’orchestra professionista, un’orchestra per la quale pagherei volentieri un biglietto. In tutte le sezioni il Conservatorio ha studenti di grandissimo livello e la loro voglia di suonare insieme, la loro fame di prove, mi ha sempre colpito molto. Questo si deve allo sforzo continuo del Conservatorio nell’investire in produzioni considerate come una parte rilevante del percorso accademico. Penso che con questi ragazzi potrò fare un discorso filosofico, più che pedagogico, sui brani che andremo a eseguire.
Parliamo del programma del concerto. Che cosa può anticiparci?
Il concerto esplora il tema dell’eroicità. Ho voluto mettere insieme due questioni: innanzi tutto l’esposizione tecnica dell’orchestra e del solista, perché dal punto di vista didattico è molto importante raggiungere un risultato tecnico eccellente. Ma a questo si accompagna una profonda questione filosofica: che cosa significa essere eroi? Essere eroi significa immolarsi. Ecco allora che il cornista, nel suo squillo iniziale, si immola con grande coraggio e a petto in fuori verso la sua responsabilità di eroe.
Quale interpretazione vuole darne?
La mia visione dell’Eroica è controcorrente sia dal punto di vista musicale, sia da quello filosofico. Sovvertendo l’immaginario ottocentesco, la mia Eroica sarà molto lirica, sarà alla ricerca del sentimento, della dolcezza, della concezione del dolore, del sacrificio e dell’assenza dei diritti di coloro che vengono dimenticati e che per me sono i più grandi eroi. Credo che oggi la vera eroicità non sia espressa da un imperatore o da un conquistatore vincente, ma dal perdente. L’eroicità risiede nei disabili, nei rifugiati, in tutti coloro che vivono una vita ai margini e nonostante questo sopravvivono, vivono, e cercano di conquistare i propri diritti. Cercherò di esprimere tutto questo con i musicisti, attraverso un certo tipo di suono, attraverso un percorso doloroso alla ricerca della sincerità sul concetto di eroicità. Vorrei educare questi ragazzi a capire che l’ambizione che dobbiamo avere oggi è mettere sul piedistallo il più debole e non colui che vince.
Noi musicisti siamo esseri spirituali che, attraverso la musica, combattono una guerra pacifica, però determinata. La musica è il nostro modo di essere presenti nella società, ricercando, attraverso l’interpretazione, un motivo del patteggiare per la parte migliore.
Un’ambizione che lei persegue anche attraverso il progetto di attivismo “Musicians for Human Rights”, che ha fondato nel 2009.
Militare in modo partigiano per i diritti umani mi ha aiutato a vedere la musica in un modo diverso. La musica non è uno scherzo; non è estetica; non è bellezza. La musica è principalmente il contenitore di tutti i sentimenti che l’essere umano esprime, quindi è un serbatoio spirituale. Noi musicisti siamo esseri spirituali che, attraverso la musica, combattono una guerra pacifica, però determinata. La musica è il nostro modo di essere presenti nella società, ricercando, attraverso l’interpretazione, un motivo del patteggiare per la parte migliore. Lo scorso 10 maggio, a Lucerna, con la “Human Rights Orchestra” abbiamo eseguito la Nona di Beethoven, ricostituendo e dando linfa vitale al primo coro professionista svizzero di Lucerna. Il diritto alla felicità è un diritto stabilito per legge: il nostro Inno alla gioia è stata un’espressione del diritto di tutti di arrivare alla felicità.
Su quali progetti state lavorando con la “Human Rights Orchestra”?
Abbiamo molti progetti in cantiere, sia dal punto di vista orchestrale – l’anno prossimo faremo il Requiem di Verdi e quello successivo i Kindertotenlieder di Mahler – sia da quello di utilità sociale – sosteniamo attività sul campo per l’accoglienza dei rifugiati, per i disabili. Poi esiste la “Human Rights Band”, che è una piccola orchestra multietnica che si esibisce in diverse occasioni di ricerca e lavoro sui diritti umani.
Qual è la responsabilità dello studente-musicista, secondo lei?
La scuola richiede agonismo, molta disciplina, tecnica. Io insegno ai miei studenti a domandarsi: «perché faccio musica? Che cosa voglio esprimere attraverso la musica?». Se la risposta è «me stesso» allora non puoi frequentare la mia classe. Come musicisti, abbiamo il dovere di utilizzare la musica nel modo giusto. Penso molto spiritualmente alla musica. Essendo ateo, se c’è un modo per avvicinarmi al sublime è attraverso ciò che la musica fa scaturire nel mio cervello. Quali profondità riesco a raggiungere attraverso la musica. Quindi, ho molto rispetto per la musica, non sopporto che venga utilizzata in senso estetico. Non l’ho mai fatto e non lo possono fare i miei allievi. È vietato!
Alessio Allegrini è Primo Corno Solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, della Lucerne Festival Orchestra e dell’Orchestra Mozart fondata da Claudio Abbado. All’età di 22 anni viene scelto dal Maestro Riccardo Muti come Primo Corno alla Scala di Milano. È stato Primo Corno ospite in prestigiose orchestre internazionali come: Berliner Philharmoniker, Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, New York Philharmonic, Cleveland Orchestra e Mahler Chamber Orchestra. Vincitore di importanti riconoscimenti e premi internazionali, tra i quali il Prague Spring Competition e il concorso A.R.D. di Monaco di Baviera, ha eseguito concerti solistici sotto la direzione di Abbado, Chung, Muti, Pappano, Tate e Gatti. Come docente, tiene masterclass alla Royal Academy of Music (visiting professor), al Royal College, alla Guildhall School di Londra, al Conservatorio di Birmingham, nonché presso prestigiose Università dell’America Latina e del Giappone. In veste di Direttore è regolarmente invitato alla guida di orchestre come Hamburger Symphoniker, Tokyo Philharmonic, Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Lausanne Chamber Orchestra, Istituzione Sinfonica Abruzzese e molte altre, collaborando con solisti di fama mondiale quali Maria João Pires, Hélène Grimaud, Isabelle Faust, Ilya Gringolts, Imogen Cooper. Dall’ottobre del 2020 ricopre il ruolo di Direttore musicale presso l’Istituzione Sinfonica Abruzzese.
Il suo impegno nel sociale lo vede presente in varie parti del mondo a sostegno di progetti che mirano al miglioramento delle società attraverso l’educazione musicale: Fondatore del Movimento “Musicians for Human Rights”, nell’ambito del quale ha creato la “Human Rights Orchestra”, di cui è Direttore musicale dal 2010. Nel 2006 ha ricevuto in Italia, dalla Fondazione Exodus di Don Mazzi, il “Premio Nazionale la casa delle Arti” per aver saputo coniugare impegno professionale e stile di vita. La sua discografia comprende i Concerti per corno e la Sinfonia concertante per fiati di Mozart e i Concerti Brandeburghesi di Bach eseguiti con l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado (Deutsche Grammophon), e La Grande Fanfare, un’antologia cameristica di brani con corno, con il Quartetto d’archi della Scala. Allegrini ha inoltre partecipato a due documentari: “L’altra voce della musica in viaggio con Claudio Abbado tra l’Avana e Caracas” e “L’orchestra con Claudio Abbado”.
Allegrini suona uno strumento Dürk D10 “Allegrini experience” da lui stesso ideato.