C’è la Gioventù e la Grazia, la Guerra e l’Ingenuità, e c’è molto altro, in quel meraviglioso catalogo di sentimenti, stati d’animo, luoghi del corpo e dello spirito che sono i due Sillabari di Goffredo Parise; ma, curiosamente, manca un racconto dedicato al tema dell’Inizio, con il suo groviglio inestricabile di aspettative, turbamenti, insicurezze e speranze.
Il suo inizio, per quest’anno accademico 2023/24, la Scuola Universitaria del Conservatorio della Svizzera italiana l’ha celebrato simbolicamente con il concerto sinfonico del 28 Settembre: sul palco i musicisti dell’Orchestra del Conservatorio e dell’OSI, insieme in una sinergia collaudata che da tempo ormai produce ottimi frutti. Gli studenti della SUM stanno affrontando questi primi giorni di attività didattica partendo da un’infinità di situazioni e prospettive differenti, legate all’unicità del loro bagaglio biografico-musicale e all’individualità del loro piano di studi. Per alcuni il percorso di apprendimento è appena iniziato, per altri volge al termine (ammesso che un percorso di formazione possa mai veramente considerarsi concluso): in tutti, comunque, il mese di Settembre rinnova quella sensazione di lieve inquietudine che accomuna studenti, docenti e collaboratori della Scuola al momento della ripresa, quel lieve vuoto allo stomaco che Parise avrebbe descritto con tratto magistrale e che noi, forse per non porci troppe domande, attribuiamo semplicemente alla ripresa della vita attiva dopo la pausa.
Ogni inizio è un salto nell’ignoto, persino nel contesto rassicurante di un Conservatorio, e di certo l’angoscia per il quadro geopolitico internazionale che aleggia nelle aule e nei corridoi non può che rendere queste settimane un po’ più gravose del solito. Ma, lo sappiamo, solo un salto nell’ignoto ci può spalancare orizzonti e opportunità inediti, aiutandoci a mettere a fuoco le nostre aspirazioni e il nostro potenziale e permettendoci di ridefinire noi stessi attraverso il rapporto con gli altri (colleghi, docenti, ospiti).
Per gli studenti l’avvio dell’anno accademico è dunque un momento di riflessione indispensabile per individuare priorità ed esigenze, al fine di modulare il percorso di studi in funzione di un mondo del lavoro in costante movimento. Per la Scuola, che è luogo di formazione e centro di produzione al tempo stesso, la sfida che si rinnova ogni autunno è quella di cogliere questo movimento, adattando la propria struttura ai contenuti (e non viceversa): un compito complesso e spesso ostacolato da problemi pratici (a partire da quello degli spazi, nella spasmodica attesa che si inauguri il cantiere per la nuova sede), per il quale la collaborazione e il confronto con gli studenti – in particolare con l’Associazione che li rappresenta e che si fa megafono delle loro istanze – rimane fondamentale.