In occasione dell’ultimo concerto della XXV stagione di 900presente, “Una sinfonia dell’orrore, Nosferatu”, abbiamo incontrato il regista Fabrizio Rosso che ha ideato il progetto insieme a Francesco Bossaglia.
Fabrizio, nell’ultimo concerto di 900presente metterai in scena una sinfonia attorno al film “Nosferatu il vampiro” di Murnau (1922), che hai ripensato in una multi-proiezione. Puoi descriverci che cosa vedremo in scena?
Il set-up generale dello stage è composto da una doppia proiezione: avremo uno schermo di fondale e uno schermo di tulle a proscenio, con l’orchestra interposta tra questi due elementi. Gli schermi sono in dialogo fra loro: una parte del film è proiettata sullo schermo posteriore, poi salta su quella anteriore, poi ritorna in fondo. Ma vi saranno anche effetti di sovrapposizione e di tridimensionalità. Per esempio, mentre nel film originale le vignette dei dialoghi interrompono il flusso delle immagini, nel nostro concerto il flusso continua e le vignette sono proiettate in sovrapposizione grazie allo schermo di tulle.
Quali sono gli autori che avete scelto per la vostra “Sinfonia dell’orrore” e che lavoro avete compiuto per mettere in relazione il lavoro cinematografico con i brani musicali?
Ascolteremo musiche di Berg, Feldman e Ligeti. Per l’adesione del film alla sinfonia musicale, ogni singola scena, atto per atto, è stata studiata e ricomposta. Un lavoro che, naturalmente, è variato a seconda dalla tipologia di autore. Per i brani di Berg, contemporanei al film e connotati dal medesimo stile espressionista tedesco, il film è lasciato abbastanza fedele alla versione originale. Contrapposto a questo c’è la musica di Feldman, un mondo completamente diverso da quello di Murnau, anche se fatto di sospensioni e di attese. In questo caso il film è più elaborato: alcune immagini ritornano, si creano loop visivi, gli schermi sono in dialogo fra loro, vengono sottolineati degli aspetti particolari, alcune immagini sono ingrandite, ricolorate, rallentate… La parte centrale del film, dove Nosferatu viaggia via mare, eseguiamo la musica di Ligeti creando una grande atmosfera immersiva. Quindi, a seconda della musica e del momento drammaturgico del film ci si discosta più o meno dall’originale, con gradazioni diverse. La cosa fondamentale è che, in ogni caso, la drammaturgia del film è preservata e il film rimane comprensibile nello svolgersi della sua storia, senza alcuno spostamento sulla timeline.
Qual è la formazione orchestrale sul palcoscenico?
I musicisti saranno suddivisi in una grande orchestra d’archi che suonerà Berg e Ligeti e un ensemble più piccolo con pianoforte, percussioni e uno strumentario molto vario per Feldman. Il direttore Francesco Bossaglia si troverà nel mezzo e si sposterà verso un ensemble o l’altro a seconda del brano.
Uno sguardo al futuro: intravedi già la possibilità di replicare questo lavoro con altri materiali? È una strada di ricerca che vi interessa?
Per quanto io creda molto in questo tipo di lavori, bisogna di volta in volta valutare dove si va a finire: capire se l’esito è soddisfacente e se si è scelta una strada effettivamente percorribile. Con “Nosferatu il vampiro” abbiamo potuto farlo perché Murnau aveva già in mente l’idea della sinfonia dell’orrore. Si potrebbe sicuramente ripetere il lavoro con altri film, come per esempio “Il gabinetto del dottor Caligari” di Robert Wiene (1920), però non è detto che poi questo diventi una formula.