La collaborazione è fondamentale per potenziare la creatività nelle arti. Lo hanno confermato le esperienze di partnership interdisciplinari presentate in occasione della tavola rotonda “Collaboration as a trigger for creativity” del Forum “Strategic Philanthropy for the Arts“. “La collaborazione è il nostro motore interiore, perché non c’è musica senza collaborazione – ha detto in apertura il moderatore Francesco Bossaglia, delegato per le attività orchestrali e di ensemble al Conservatorio, ricordando il “grande progetto di coabitazione e collaborazione” della Città della Musica, che sarà realizzato a Lugano. La collaborazione tra il Conservatorio e altre realtà del territorio tra cui la RSI, il LAC e l’Orchestra della Svizzera italiana – ha ricordato – ha permesso inoltre di sviluppare produzioni musicali di successo come 900presente.
Altri esempi in cui la collaborazione ha giocato un ruolo decisivo sono arrivati dai partecipanti alla tavola rotonda. Significativa l’esperienza sviluppata tra gli anni ’30 e gli anni ’50, dal Black Mountain College, un’istituzione rivoluzionaria basata in North Carolina – che ha ospitato e formato diversi artisti divenuti celebri – tra cui John Cage – e la cui eredità è oggi portata avanti dall’omonimo Museo. Il direttore esecutivo Jeff Arnal ha ricordato l’importanza dell’interdisciplinarità tra le arti: “dà la capacità di pensare fuori dagli schemi , essere creativi e innovativi”. Lui stesso – ha raccontato – oltre a essere musicista, ha avuto esperienze nel mondo della fotografia, del cinema e nelle arti sceniche.
Come ha ricordato ancora Bossaglia, la collaborazione, in tutti i campi, funziona ed è proficua se c’è un obiettivo comune verso cui tendere, anche in campo musicale. Va in questa direzione il programma Austin Classical Guitar, che ha preso avvio in Texas negli anni Novanta e ha portato all’introduzione dello studio della chitarra nelle scuole pubbliche di vari Stati americani e in oltre dieci Paesi, nonché negli istituti di detenzione giovanili del Texas. Il suo fondatore e direttore Matthew Hinsley (vedi video), ha sottolineato l’importanza della scelta dei partner con cui collaborare, sulla base dell’obiettivo comune da raggiungere. “È vero che bisogna condividere un obiettivo comune, una direzione. Nel nostro caso è sempre stato quello di pensare tutti i progetti attraverso una prospettiva di utilità pubblica e sociale, creando un senso di appartenenza”. La collaborazione diventa così un volano dell’inclusione sociale.
Se si parla di progetti artistici condivisi, non si può non pensare al cinema, in cui ogni film è il risultato del lavoro di differenti professionalità, personalità e punti di vista. Ne ha parlato Marco Poloni, artista e direttore del Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive di Locarno. “L’ascolto degli altri è un punto fondamentale nella collaborazione”, ha sottolineato, portando l’esempio di Miles Davis, che improvvisava assoli molto brevi e per il resto del tempo ascoltava gli altri musicisti. “In tutti i progetti artistici è importante togliersi da una visione egocentrica e aprirsi verso una partecipazione a una struttura più ampia” ha concluso Poloni.
In questa video-intervista realizzata in occasione del Forum, Matthew Hinsley parla della sua esperienza e dei benefici della musica (d’insieme).