È venuto a mancare lo scorso venerdì 12 gennaio, all’età di 91 anni, nel Sud della Spagna, dove viveva da anni, il nostro collega e amico Roberto Braccini. L’amore per la musica e per l’insegnamento, il rispetto per gli allievi, il rifiuto di lasciarsi condizionare da approcci ideologici e autoritari, l’apertura musicale che non si lasciava inquadrare in un concetto di generi musicali (o musica “classica” e “altra”), il suo spirito positivo che gli permetteva di vedere soluzioni dove altri vedevano problemi l’hanno reso, come detto da chi lo conosceva, “un importante punto di riferimento e una guida preziosa” per generazioni di studenti e docenti nostri.
Con queste parole, il Direttore Christoph Brenner ha annunciato nelle scorse settimane la scomparsa del pianista Roberto Braccini.
Docente al Conservatorio della Svizzera italiana fin dall’anno della sua fondazione, Braccini è stato un collega di “inestimabile valore” e di “positività straordinaria”, come descrivono in questo podcast i suoi colleghi pianisti Nora Doallo, Andrea Conenna, Sandro D’Onofrio, Pascal Siano e Matteo Sarti. Una carrellata di immagini e racconti personali che svelano un pianista di grande umanità, poliglotta e amante del mondo e delle sue diverse culture. Un insegnante che ha saputo inventare strategie efficaci per stimolare la motivazione dei bambini nello studio dello strumento e che ha formato diverse generazioni di pianisti nella didattica disciplinare. Sono proprio loro ad aver raccolto la sua eredità di pensiero e di visione e a portarla nel domani.