È iniziata lo scorso novembre con la compositrice argentina Elsa Justel, l’ottava edizione di EAR-Electro Acoustic Room, la stagione di musica acusmatica del Conservatorio della Svizzera italiana. Co-prodotta da Spazio 21 – l’unità del Conservatorio per i progetti interdisciplinari di musica contemporanea – e LuganoMusica, EAR presenta un cartellone di cinque concerti al Teatrostudio del LAC (sempre alle ore 18:30, ingresso CHF 11.-).
Nei concerti di EAR il senso della vista è quasi completamente azzerato: in sala non ci sono musicisti ma speakers nascosti o, comunque, poco visibili. Questo perché la pratica della musica acusmatica richiede l’impegno dell’udito in modo praticamente esclusivo. «Si va ai nostri concerti per ascoltare i suoni e la musica, per immergersi in una sala che noi trasformiamo in uno strumento che suona. L’atmosfera è pienamente immersiva, il buio è quasi completo» spiega Nadir Vassena, direttore artistico della stagione.
Il prossimo appuntamento (19 gennaio 2024) è dedicato alla musica di Raymond Murray Schafer, il compositore e ricercatore canadese scomparso nel 2021. Il concerto vede il coinvolgimento di Giovanni Cestino, curatore della nuova edizione italiana de “Il paesaggio sonoro: il nostro ambiente acustico e l’accordatura del mondo” (Ricordi-LIM, 2022), il testo più influente di Murray Schafer.
Il terzo concerto della stagione (2 febbraio 2024) è intitolato “Carte blanche à Gary Berger”: come dice il titolo stesso, la scelta del programma è affidata al compositore, docente alla Zürcher Hochschule der Künste. Con una formazione in musica elettroacustica presso lo Swiss Centre for Computer Music, Gary Berger si poi perfezionato con Julio Estrada e Iannis Xenakis. I suoi lavori comprendono composizioni per strumento solo e ensemble, con o senza elettronica, nonché lavori acusmatici, installazioni e opere con video.
L’appuntamento successivo (12 aprile 2024), intitolato “old school/new school”, propone l’utilizzo congiunto di due pratiche fondamentali della musica acusmatica: l’ascolto immersivo e la diffusione multicanale. Una tecnica di diffusione, quest’ultima, che risale agli albori della musica acusmatica e che si avvale degli altoparlanti come esecutori, ma non solo. Qui entra in gioco l’interprete acusmatico e la tecnica della spazializzazione. Una disciplina che viene studiata nelle scuole di musica elettronica di tutto il mondo. La classe di composizione della Scuola universitaria del Conservatorio della Svizzera Italiana eseguirà alcuni brani di repertorio e alcune nuove composizioni, mettendo in luce quelle peculiarità sensibili che ogni interprete, come essere umano, può aggiungere a un’opera d’arte, sebbene “fissata su supporto”.
In un continuum concettuale, l’ultimo concerto della stagione (26 aprile 2024) è intitolato “Live electronic”, cioè mette in scena musicisti che suonano insieme all’elettronica. La manipolazione e/o la creazione elettroacustica, minimale o molto articolata, dei suoni avviene in tempo reale. Si assottigliano le differenze tra il performer strumentale e quello elettronico e addirittura la macchina stessa. Chi fa cosa? Quali sono i suoni originali e quali quelli modificati?